SANDRO CHIA

Sandro Chia è nato a Firenze il 20 aprile 1946. Dopo gli studi presso l’Istituto d’arte e l’Accademia di Belle Arti, viaggia in Europa e in oriente prima di
stabilirsi, nel 1970, a Roma dove nel 1971 tiene la sua prima personale presso la Galleria La Salita di Gian Tomaso Liverani. Nella seconda metà degli anni Settanta abbandona progressivamente le sperimentazioni concettuali per ritornare in modo definitivo alla pittura, al disegno e, successivamente, alla scultura. Nel 1980 espone nella sezione “Aperto 80” alla Biennale di Venezia insieme agli altri esponenti del movimento della Transavanguardia,
il movimento nato da una intuizione del critico Achille Bonito Oliva come reazione alla tendenza dominante dell’arte concettuale di quegli anni.

 

A settembre del 1980 riceve una borsa di studio dalla città di Monchengladbach, dove si stabilisce a lavorare e a vivere per circa un anno. L’anno successivo si trasferisce a New York dove rimarrà per circa vent’anni. Tra le sue esposizioni personali più importanti ci sono quelle alla Royal Academy di Londra (1981), allo Stedelijk Museum di Amsterdam e al Guggenheim di New York (1983), al Metropolitan Museum di New York (19849, alla Galleria Nazionale di Berlino (1984), nei musei di Parigi e Dusseldorf (1984), Anversa e Città del Messico (1989), Karlsruhe e Palm Spring (1993), Villa Medici a Roma (1995) Palazzo Reale a Milano e Boca Raton Museum of Art, Florida (1997), la Galleria Civica di Trento (2000), Palazzo Pitti e il Museo Archeologico Nazionale di Firenze (2002), il Duomo di Sant’Agostino a Pietrasanta (2005). Nel 2010 è stato protagonista di una grande retrospettiva curata da Achille Bonito Oliva presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Tra il 2011 e il 2012 ha partecipato alla mostra Transavanguardia curata da Achille Bonito Oliva al Palazzo Reale di Milano. Molte sono le opere di Chia in collezioni pubbliche e musei di tutto il mondo; tra le opere esposte in permanenza si ricordano “L’ozio di Sisifo” al MOMA di New York, “La Waterbearer” presso la Tate Gallery di Londra, “Figure notturne con lampada” al Fukuyama Museum of Art, “Rabbit for dinner” allo Stedelijk Museum di Amsterdam, la scultura in bronzo “La tavola della pace” al Tel Aviv Museum of Art, “Sinfonia Incompiuta” al museo di arte contemporanea del Castello di Rivoli, il “Buon Governo” e “Al servizio della cosa pubblica” a Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica Italiana, il mosaico “Volti d’Italia” presso il Ministero degli Affari Esteri a Roma.

 

Il linguaggio delle forme e dei colori rappresenta il mezzo più efficace per indagare, “illustrare” e comprendere i grandi temi della cultura e della coscienza dell’uomo. Per questo, coerente con il proprio impegno istituzionale, Opera ha chiesto ad un grande artista come Sandro Chia di rendere omaggio a colui che più di ogni altro ha contribuito a fondare la lingua italiana e la cultura europea e occidentale. Consapevole della difficoltà di tradurre nel linguaggio della pittura la ricchezza e la vastità della Commedia, Chia ha scelto di creare due immagini in forma di dittico che, rappresentando la parte iniziale e l’approdo ideale indicato da Dante per il suo poema, si propongono di racchiuderne l’intero svolgimento, per offrire allo spettatore una sorta di rappresentazione in due atti dell’intero testo dantesco.